venerdì 28 marzo 2014

NOMI E SOPRANNOMI

Il post è nato spontaneo, si può dire. Tutto ha inizio quando stamattina mentre veniva al lavoro Madame ha letto un annuncio mortuario appiccicato al muro. "E' mancata all'affetto dei suoi cari Maria Alberti (Dina)". Allora, come fa una che all'anagrafe è Maria a venire comunemente chiamata Dina? Non è neanche un diminuitivo. Siccome la mattina presto i neuroni di Madame amano percorrere sentieri poco battuti, ecco che mentre è al volante le sovviene di pensare a sua figlia. Ovviamente spera di non dover mai vedere un annuncio del genere. Ma le scoccerebbe alquanto se al posto di quel "(Dina)" ci fosse scritto "(La Ciccetta)". Ora poi chi vede la Ciccetta non può nenache immaginare per quale motivo i suoi due squilibrati genitori la chiamino con quel soprannome che tanto lusinghiero poi non è.Infatti la povera bimba non ha neppure un filo di ciccia addosso. E quindi? Accadde tutto durante una visita medica. La Ciccetta si era fatta un nonnulla ma i genitori, spinti dai nonni (perchè quando si è nonni si diventa iper super apprensivi) per sicurezza si spararono un bel pomeriggio in pronto soccorso.Durante il controllo, la pediatra di turno nel visitare la piccola esordì dicendo :" Su bellissima, fammi vedere la tua bella ciccetta. Ma qui non c'è nulla, neanche un filino di pancia. E il bogino (che sarebbe il pancino) dov'è?". Da lì il soprannome le è rimasto appiccicato addosso, come un francobollo, quasi un marchio indelebile. Abbiamo provato a chiamarla in qualche altro modo, ma Cucciola, Scricciola, Passerotto non le si addicono per niente. Magari teniamo duro per qualche giorno, ma poi ci ricaschiamo sempre. E' più forte di noi. Intanto che non ha voce in capitolo ne approfittiamo. Quando avrà quindici anni, poi, chissà... PS: Maria Alberti, detta Dina, per distinguerla dalla cugina Maria Albertina Spadaro, detta Tina. E non potevano chiamarle una Tina e l'altra Maria? Mah, misteri...

giovedì 27 marzo 2014

PROPRIETA' PRIVATA

Sono arrivate lunedì con un volo direttamente dalla Sicilia. Madame Za-zà le ha viste dopo un paio di giorni, il lasso di tempo che per dovere dedicano a sistemare i bagagli e salutare i parenti più stretti.Lei è sempre uguale, capelli corti rosso ciliegia e occhiali da maestra che le scivolano sulla punta del naso e che rimette a posto con un preciso colpo di mano, ormai in automatico.Per l
a piccola di casa invece è un altro paio di maniche. Madame Za-zà aveva incontrato la terzogenita lo scorso anno e non c'è da stupirsi se uguale non sia.Alta, bionda, espansiva e chiacchierona. Già in piena fase dei perchè. Passano un giorno assieme, incastrato tra altre visite per loro e tra lavoro e incombenze varie per Madame. Arrivano a casa dove le aspetta la Ciccetta. -Com'è bella, rende meglio dal vivo che in foto. E' la fotocopia di suo padre Madame gongola, con gli occhi luminosi.Si preparano un caffè mentre le bimbe giocano. Oddio, giocare è una parola grossa. La Ciccetta scruta con aria circospetta le nuove arrivate. Sta al centro della stanza e osserva attentamente ogni loro mossa. Greta invece si guarda attorno curiosa. Poi con un sospiro soddisfatto si avvia verso la cesta dei giochi. La Ciccetta non gradisce, si capisce subito. Parte alla carica con il dito proteso in avanti. -No no no no- urla strappando il gioco di mano alla piccola ospite, che parte al contrattacco, riprendendosi il maltolto. -E' mio!- afferma con incrollabile sicurezza. E appoggia il gioco sul tavolo, fuori portata dalla Ciccetta. -Non è tuo- tenta di spiegarle la sua mamma, con pazienza e restituendolo alla legittima proprietaria. La quale, dal canto suo, scaraventa l'oggetto a terra.Se non è nelle mani di qualcuno, perde in automatico punti-interesse. Greta nel frattempo ha tolto dalla cesta altre cose, che non appena capitano tra le sue mani diventano automaticamente sue.Velocemente le nasconde dove la Ciccetta non può arrivare.Frustrata, la piccola anfitriona si sgola con i suoi "No no no", correndo da un capo all'altro della stanza e protendendo le mani verso i suoi giocattoli irraggiungibili. Presa da un attacco di furia cieca, si scaraventa sulla bambina e la morde.Inorridita, Madame tenta di separare le bimbe, con scarsi risultati. Greta da uno spintone alla Ciccetta, che cade rovinosamente a terra. E qui scoppia il caos: pianti, urla e le due amiche che tentano di consolare le rispettive figlie e contemporaneamente di scusarsi per il loro comportamento. Decidono di offrire alle bimbe la merenda, per calmare gli animi. Ma anche qui la cosa degenera: ognuna vuole mangiare quella dell'altra.Il risulato è che la merenda finisce sul pavimento, assieme al succo di frutta. Madame e l'amica puliscono alla bell'e meglio, tenendo sempre d'occhio le due lottatrici.L'intero pomeriggio trascorre tra "E' mio!" e "No no no". A sera, stremata, la mamma di Greta raccatta la figlia per tornarsene a casa. La Ciccetta, infingarda, si avvicina e le schiocca un bacio sulla guancia. Greta se ne esce con un: "E' proprio simpatica la tua bambina". Ciao, arrivederci. Ci vediamo il prossimo anno.

martedì 25 marzo 2014

SINCERITA'

A volte capita di chiedersi quale sia il tenue confine tra la completa sincerità e il bon ton previsto dal nostro codice sociale. Madame e una sua grande amica sono andate all'asilo frequentato dalla pupa piccola della suddetta amica. Mentre tornavano a casa, la mamma pone alla figlioletta la solita domanda di routine: -Che cos'hai fatto oggi all'asilo? -Ho giocato con le mie amiche -Con chi? -Con Giada, Laura, Matilde e Consuelo -E non hai giocato con Jasmine? (pare sia l'amichetta del cuore della pupa) -No -Perchè no? -Perchè puzza Madame Za-zà e la sua amica si guardano sgomente. -Come puzza?!- Trasecola lei. Che piega ha preso la bimba? Ora dice che la sua grande amica puzza perchè è extracomunitaria? - Nana, non devi dire che Jasmine puzza! Dove l'hai sentito? - Ma mamma, è vero!Mi hai detto tu che non si devono dire le bugie. Jasmine oggi puzzava di odori strani e mi faceva fastidio e allora io l'ho detto - Ma non si dice! Non è educato e pensa come ci sarà rimasta male lei. - No mamma, non ci è rimasta male.Noi glielo abbiamo detto e lei è corsa subito dalla maestra. La mia amica impallidisce. Oddio, chissà cosa penseranno adesso! Che siamo degli xenofobi, che insegnamo alle nostre figlie a prendersela con gli altri perchè sono diversi. Questo è il corridoio dell'antisemitismo, tra dieci anni già me la vedo rasata a zero e con una svastica tatuata sul braccio. Oddio oddio oddio!!! Serafica, la piccola prosegue: -E' andata dalla maestra a chiedere se si poteva cambiare perchè aveva fatto la cacca nelle mutande e poi è tornata profumatissima a giocare con noi e abbiamo fatto che lei era la principessa e noi le dame di corte Tiriamo un sospiro di sollievo. Tutto è bene quel che finisce bene. Magari dovrem
mo tentare di spiegare che sì, va bene dire la verità, ma c'è modo e modo!

lunedì 24 marzo 2014

PICCOLI MOSTRI

Un pomeriggio come un altro, al parco. Madame Za-zà se ne sta comodamente spaparanzata su una panchina mentre la Ciccetta dorme il sonno dei giusti sul passeggino.Due bambine giocano lì vicino con le loro bambole.Hanno due visi da angelo, con i ricci dorati e le guance rosee e paffute. - Facciamo che io elo la mamma e tu la dottolessa e io ti polto la mia bimba che è malata con la febble- propone la più piccola -Va bene- acconsente l'altra, sbattendo i grandi occhioni celesti. E si allontanano chiacchierando. Madame Za-zà sospira, guardando di sottecchi la sua piccola e immaginandola per un momento già quatrenne che gioca con le sue amichette. Le due bimbe ricompaiono nel campo visivo di Madame Za-zà poco dopo. Questa volta hanno una palla colorata. Chiacchierano
ininterrottamente e ridono.Ad un certo punto la più grande fa un lacio lungo e la palla finisce nel cespuglio. -Vai a prenderla!- ordina imperiosamente alla più piccola -No, vai tu. Io non ci vado. -Sì ci vai, perchè io sono più grande e la mamma dice che devi ascoltarmi. Strascicando i piedi, la piccina si avvia lemme lemme verso il cespuglio.All'improvviso si ferma e si abbassa. -Gualda cosa ho tlovato!- urla sventolando un braccialetto colorato, perso probabilmente da un'altra bimba. La sorella maggiore si avvicina incuriosita. -Dammelo, è mio!-afferma -No, l'ho tlovato io!-ribatte la piccola, nascondendo l'oggetto della discordia dietro la schiena. Segue tafferuglio, in cui i due cherubini si tramutano in lottatrici professioniste. Si spintonano, si tirano i capelli e si danno pizzicotti, il tutto condito con urla stridule. Arriva trafelata una signora sfatta e sciatta, ma altrettanto bionda con due fari azzurri. Sicuramente la genitrice delle due belve. In un nanosecondo separa le figlie,rifilando contemporaneamnte tirate d'orecchie a destra e a manca.La rissa è sedata e la mamma trascina le bimbe ancora in lacrime verso casa, ricci biondi, guance rosee e tutto il resto. Madame Za-zà guarda la sua piccola che continua pacificamente a dormire e sospira. Felice perchè ha ancora diversi anni di pace davanti a sè, prima che anche sua figlia si tramuti in un piccolo mostro, capelli biondi e occhi blu.

venerdì 21 marzo 2014

GIORNI INUTILI

A volte la prende così, senza un motivo preciso, un senso di spossatezza infinito. La ricopre come una coltre nera e appiccicosa,le rende difficile perfino respirare. Le pare di rimanere lì,sospesa, in un giorno senza tempo. Un giorno inutile. Si osserva trascinarsi faticosamente fuori dal letto, aggirarsi come uno zombie in giro per la casa incastrata nella solita noiosissima routine.Ogni gesto è vuoto, senza senso. La pece che ha addosso non le permette nemmeno di seguire il filo dei suoi pensieri. E smarrisce se stessa in quella nebbia apatica, ovattata, dove niente la tocca e la scalfisce.Fuori dal suo corpo, intrappolata in una vita che sente estranea, smarrita, sola, indifesa. Attraversa così la giornata. Ma sa, per fortuna, che tutto ha una fine. Domani è un altro giorno. Domani sarà di nuovo come prima, splendido e luminoso. Domani sarà grintosa, felice o semplicemente normale. Domani, quando avrà attraversato il giorno inutile.

mercoledì 19 marzo 2014

AUGURI PAPA'!!!!

Nga ga la-lalala bruuum brumm dada tao tao ello lo babàààà tutee nga ngaaba bu-bu tata mammaaaa gegè nga ga la-lalala bruuum brumm dada tao tao ello lo babàààà tutee nga ngaaba bu-bu tata mammaaaa gegè tao ello lo babàààà tutee nga ngaaba bu-bu tata mammaaaa gegè nga ga la-lalala bruuum babàààà tutee nga ngaaba bu-bu tata mammaaaa gegè nga ga la-lalala bruuum brumm dada tao tao ello lo babàààà tutee nga ngaaba bu-bu tata mammaaaa gegè tao ello lo babàààà tutee nga ngaaba mammaaaa gegè tao ello lo babàààà tutee nga ngaaba bu-bu tata mammaaaa gegè nga ga la-lalala bruuum babàààà tutee nga ngaaba bu-bu tata mammaaaa gegè nga ga la-lalala bruuumbabàààà tutee nga ngaaba bu-bu tata mammaaaa gegè nga ga la-lalala bruuum babàààà tutee nga ngaaba bu-bu tata mammaaaa gegè nga ga la-lalala bruuum brumm dada tao tao ello lo ("Caro papà, tanti auguri in questo giorno speciale. E' un anno che ci conosciamo (mese più mese meno) e in questo periodo ho notato con piacere che ti sei applicato molto per colmare le tue lacune. So che non è facile non avendo degli esempi su cui basarti. Ma il tuo lavoro da autodidatta sta dando i suoi frutti.
Ho visto finalmente che hai imparato a cambiarmi e lavarmi, anche se con i body e i pigiamini pieni di bottoni perdi ancora un pò del tuo self-control. Mi piace quando mi dai la pappa, mi piace quando ti avvicini con il cucchiaino e io, veloce, volto la testa dall'altra parte e chiudo la bocca. E' un gioco davvero divertente! E quando mi porti tu a passeggio o mi prendi in braccio io mi sento così importante. Sei davvero il papà più magnifico del mondo! Quando poi la sera sono stanca tu mi coccoli sul divano ed io mi appisolo felice sulla tua pancia, come papà orso con il suo orsetto. Non so se hai poi mai notato quanto ci assomigliamo: occhi, capelli, mani e perfino i piedi. Si vede proprio che sono la tua bambina. E pensa che la notte anche io, come te, parlo nel sonno. Non vedo l'ora di fare le scampagnate in bicicletta e, quando sarò più grande, i giri in moto con te. Ti voglio bene papà, perchè sei proprio il più bravo del mondo!" )

lunedì 17 marzo 2014

MITI DA SFATARE

Chi ha detto che fare shopping con un bambino è impossibile? Sabato, causa guardaroba da rinnovare urgentemente e approfittando dei super saldi dell'ultimissimo momento, Madame Zazà ha avuto quella che col senno di poi si può definire la regina delle pessime idee, ossia un'allegro pomeriggio di shopping con nana al seguito. E che sarà mai, pensava la sprovveduta, la carico in auto e lei si addormenta; la scarico e la metto sul passeggino e lei continua a dormire. Ed io intanto mi provo quei deliziosi abitini, quelle allegre magliettine colorate che fanno tanto bella stagione. Tutta proiettata verso il futuro,la meschinella già si vedeva sfilare agghindata tra file di commesse che le facevano mille complimenti su come le calzavano gli abiti e su quanto fosse fortunata ad avere ancora un fisico così dopo la gravidanza. Con gli occhi che ancora brillavano, Madame Zazà scarica coraggiosamente la Ciccetta che, come da previsioni, dormiva placida e bavosa sul seggiolino della macchina. La bimba mugugna il suo disappunto mostrando i denti e liberandosi simultaneamente dell'odioso copricapo. E vabbè, tanto fa caldo e siamo vicini all'entrata. Con passo baldanzoso entra nella galleria commerciale, canticchiando sommessamente "Ci son due coccodrilli...". La piccola nel frattempo si è destata completamente, galvanizzata dalla folla e dalle voci. Madame Zazà punta il suo negozio preferito e veleggia libera e spensierata tra le file di vestiti, guardando qui e pescando là. In un batter d'occhio accumula una pila di roba sul maniglione del passeggino, mentre la bimba fa il pieno di complimenti. "E ora via, andiamo a provarci questi bei vestiti!" esclama euforica la nostra eroina. Infilarsi nel camerino con il passeggino è impossibile: o tu o lui. Ma non si può lasciare la bambina fuori da sola e, casualmente, tutte le simpatiche commesse che hanno poco prima dato buffetti e mandato baci alla pargola, si sono misteriosamente dileguate. Con un sospiro, appendi tutti i capi al gancio nel camerino, stacchi la valigia (perchè non si può chiamare borsa una cosa che pesa come minimo 20 kg) e la incastri sotto lo sgabello e poi togli la pupa e la appoggi delicatamente sopra lo sgabello. " Adesso amore tu stai lì buona buona che la mamma si toglie i vestiti" Lei ti guarda con i suoi occhioni e ti sorride. Mentre tenti di sfilarti la maglietta facendo attenzione a non fare cadere la roba appesa, la nana malefica con un colpetto scende dallo sgabello. Tu ti contorci ancora mezza incastrata nel maglione, una manica si impiglie nell'appendi abito mentre tua figlia scosta la tenda e svelta si precipita verso la libertà. In un battibaleno ti reinfili la maglia, spalanchi la tenda, ti catapulti fuori, il piede si incastra nella tracolla della valigia, sbatti violentemente contro un ragazzo che stava entrando nel camerino vicino al tuo, bofonchi delle scuse e scandagli con il tuo mamma-radar il negozio alla ricerca della pargoletta. Lei intanto sta trotterellando tranquilla verso l'uscita, facendo graziosamente ciao ciao con la sua manina agli ignari clienti. Ti tuffi e la raggiungi appena fuori dal negozio e mentre la abbracci in una scena strappalacrime da film....UEEEEEEEEEEEEEEE! L'agghiacciante sirena dell'antitacheggio immobilizza ogni persona nell'arco di 1 km. Sguardi indignati carichi di disapprovazione si puntano su di te. Ti guardi le braccia e scopri con orrore che uno dei vestiti con relativo appendiabito si è incastrato nella tua manica! Mortificata, rientri con tua figlia in braccio che si divincola come un'anguilla perchè vuole camminare e l'abito ormai lurido e sgualcito. Rossa in viso e pure sudaticcia, recuperi il passeggino e ti appresti a uscire furtivamente dal negozio. Ma l'umiliazione non finisce lì: una commessa, giovane e graziosa, si materializza all'improvviso e ti informa con un sorriso a trentadue denti che purtroppo devi comperare il famigerato vestito, in quanto ormai invendibile. Sbuffando, ti accasci sulla cassa e porgi il bancomat all'odiosa venditrice che ti sussurra il prezzo mentre batte frettolosamente sui tasti. La nana intanto ne approfitta per buttare a terra nell'ordine: una graffatrice, una pila di cataloghi, un portapenne con relative penne e la borsina con il suo malefico contenuto. Con un sorriso ormai tirato la graziosa ragazza ti porge il bancomat e tu, a testa bassa e con le pive nel sacco, ormai definitivamente abbattuta, torni alla macchina. Leghi la Ciccetta al seggiolino. Lei, presa da improvvisa narcolessia, chiude gli occhi e piomba in un sonno profondo. Getti la valigia e la borsa sul sedile anteriore, carichi grugnendo il passeggino nel bagagliaio e parti. Al primo semaforo inchiodi perchè becchi l'onda rossa anzichè quella verde e dalla borsa fa capolino la targhetta del vestito. Ti sfugge l'occhio e ora hai davvero toccato il fondo: non solo ti è toccato acquistare un abito rovinato, ma l'hai pure pagato un prezzo da capogiro, perchè invece che quello in saldo hai preso quello della nuova stagione. E a casa scopri che non hai affatto recuperato la forma fisica pre-parto e nell'abito ci entri solo con una gamba.

venerdì 14 marzo 2014

TEMPO DI...

E' tempo di inspirare, espirare. Rilassiamo il corpo, rilassiamo il cervello... No, non è un blog sullo yoga. E' il mio mantra personale con cui affrontare la giornata.E un pò anche la vita. Sono Madame Za-Zà, una come tante, una come voi.Che ha un compagno, Mr. X, una bimba, chiamata la Ciccetta, due gatti e un cane. Che ha un lavoro a tempo pieno, che sta fuori casa 10 or
e, che vive in bilico, annaspa con la testa fuori dall'acqua. Ma che si diverte. Tanto.Con la sua famiglia, i suoi amici, i suoi problemi, le sue gioie e i suoi dolori. Che sa ancora stupirsi, forse troppo e che vuole a modo suo lasciare un segno, piccolo e irrilevante, nel grande flusso del tempo, solo per sentirsi un pò più reale, come stesse affermando: "Ehi, ci sono anche io!". E quindi...Facciamo il saluto al sole!